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Raffaele Bendandi nacque a Faenza il 17 ottobre del 1893. Dopo le scuole elementari, seguì un corso di specializzazione in disegno tecnico e fece l’apprendista da un orologiaio. Il giovane Bendandi, però, coltivava dentro di sè un’altra passione della quale è rimasta traccia nei suoi quadernetti della scuola elementare: lo studio dei terremoti.

L’evento che lo invitò a concentrare la sua attenzione negli studi geologici, fu il terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria nel dicembre del 1908.

Un altro fenomeno naturale che lo aveva affascinato era quello delle maree e, da lì a poco, maturò l’idea che, esistesse una correlazione tra il fenomeno delle maree e quello dei terremoti.

Fu in quel periodo che realizzò il suo primo sismografo artigianale e, nel frattempo, si dedicò alla “previsione” dei fenomeni sismici.
La sua idea era quella, secondo la quale, i terremoti sarebbero provocati dalle quadrature tra Sole e Luna.

Il 23 novembre 1923 avrebbe fatto registrare ad un notaio di Faenza una sua previsione: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche; nonostante la errata previsione il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti. La sua fama crebbe anche a livello internazionale

Nei suoi studi si occupò anche di stelle variabili, del Sole, di studi cosmici e atmosferici e della radioattività atmosferica in relazione a scopi atomici. Oltre all’attività di scultore del legno intraprese quella di costruttore di sismografi: riuscì a vendere alcuni dei suoi modelli anche all’estero. Nella sua casa-osservatorio si dotò anche di una biblioteca scientifica.

Durante il periodo fascista, dapprima fu nominato nel 1927 da Mussolini, Cavaliere dell’ Ordine della Corona d’Italia; successivamente però sarebbe stato diffidato dal pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia, pena l’esilio. Non potendo più occuparsi ufficialmente della previsione dei terremoti, Bendandi si dedicò a divulgare le sue ricerche in ordine agli egli effetti dei moti planetari sulla crosta terrestre.

Suppose l’esistenza di altri quattro pianeti extra-nettuniani e uno situato fra il Sole e Mercurio. Non furono mai fornite prove oggettive della reale esistenza di tali ipotetici pianeti.
E’ morto a Faenza il 3 novembre 1979.