Indirizzo: Centro Storico
Itinerari dettaglio: La testimonianza di gran lunga più importante del Rinascimento faentino è il Duomo, eretto fra il 1474 e il primo ventennio del secolo successivo, su progetto del fiorentino Giuliano da Maiano, architetto di fiducia dei Manfredi e inviato a Faenza nell’ambito dei complessi rapporti politici, diplomatici e culturali con i Medici. Giuliano applicò i canoni architettonici del Brunelleschi, suo maestro, aggiungendo pero una connotazione padana cui contribuirono – anche oltre la volontà dell’architetto, che anzi per questo ebbe numerosi scontri sul cantiere – le maestranze locali. La cattedrale, che ebbe comunque una vicenda costruttiva lunga e complessa (venne terminata da un altro toscano, Lapo di Pagno Portigiani, dopo che il Da Maiano ebbe lasciato la fabbrica), può dirsi il miglior esempio del Rinascimento a livello regionale, prima ancora del Tempio Malatestiano di Rimini, insigne ma non altrettanto puro.
Una breve deviazione da Piazza del Popolo in via Torricelli ci consente di ammirare, in fondo alla strada (lato sinistro), le case Manfredi e Ragnoli, in mattoni a vista e belle cornici quattrocentesche in cotto; un’altra casa Manfredi si trova nella via omonima (a sinistra, verso Piazza Martiri Libertà), poco prima della Biblioteca Comunale Manfrediana ove val la pena entrare per vedere il chiostro di sinistra, un tempo annesso al convento dei Servi, con colonne in arenaria e fregi in cotto. Gli alberi che lo ombreggiano sono quattro maestosi cedri.
Sempre a Giuliano da Maiano va attribuito con buona probabilità il S.Stefano Vetere, poco distante (bisogna tornare indietro e imboccare vicolo Diavoletto e poi via dei Remoti, tra Corso Mazzini e via XX settembre), soppresso come chiesa nel XIX secolo ma di cui e ancora riconoscibile la struttura esterna, a pianta centrale. Proseguendo verso ovest si arriva, subito dopo l’incrocio fra Corso Mazzini e Corso Baccarini, al lungo porticato della Loggia della Beneficenza (o dell’Ospedale Casa di Dio, ma qui nota come Loggia dei Fantini, storpiatura di “Infantini”, cioè bambini abbandonati) eretta attorno al 1425 anche se poi rimaneggiata in seguito, soprattutto nell’800, con l’aggiunta del piano superiore. Meno monumentale ma altrettanto interessante e la vicina Casa Ghidieri, in via S.Maria dell’Angelo, oggi sede dell’omonimo convento di suore e costituente il più importante testimone del ‘500 faentino, con bella struttura in laterizio e finestre inrconiciate in arenaria (notare anche i resti del festone affrescato in alto, sotto il cornicione). Da qui continuando per via Severoli, si fa ritorno in piazza del Popolo e poi al Duomo.
Modalità di accesso e requisiti: Fattibile solo a piedi, l’itinerario si snoda nel cuore della città (piazza e immediati dintorni)