Indirizzo: Corso Mazzini, 136 annessa all’Ospedale Civile.

Ufficio informazioni turistiche di riferimento:

Testo analitico: Piccola ma gradevole chiesa, importante come documento dell’attività di un bravo costruttore, Giovan Battista Campidori e come testimonianza di quel fervore edilizio che comportò, nel Settecento, il rinnovamento del volto della città, spesso – purtroppo – anche con demolizioni impietose come in questo caso, dove fu rasa al suolo l’antica rocca manfrediana per far posto all’Ospedale Civile.
La chiesa si qualifica per la dignità architettonica eccelsa: si rifà, come modello, al Sant’Antonio di C.Cesare Scaletta, perlomeno per quanto riguarda alcuni motivi (le colonne libere nel presbiterio) che “fanno scuola” per tutto il secolo e tuttavia da esso si distacca con una maggior originalità. Tipiche del periodo sono la profusione di stucchi e gli inserti di scagliola marmorizzata.
Importantissimo è il ciclo pittorico costituito dai quadri di Filippo Comerio (due pale laterali all’altar maggiore e quattro ovali sulle fiancate) con “Le Storie di San Giovanni di Dio”, dipinte nel biennio 1777-1778. Il Comerio, lombardo di educazione composita (bolognese e poi romana), trapiantato a Faenza dove era giunto appunto su chiamata dei Fatebenefratelli che gestivano l’Ospedale, dà prova qui di una pittura inquieta, “incarnante la crisi del Barocco di fronte all’affermarsi del nuovo gusto neoclassico”: si tratta di una pittura del tutto nuova, mai vista prima a Faenza, fatta di un “espressionismo caricato e di un gioco balenante di luci e di ombre “. La storica dell’arte Anna Tambini ha recentemente chiarito peraltro che non di pittura neoclassica in senso stretto si deve parlare in questo caso, ma di classicismo di marca manierista cinquecentesca, sull’onda di quanto in voga allora nella Roma di papa Clemente XIV.
Sull’altar maggiore invece campeggia il “S.Giovanni di Dio che raccomanda alla Vergine l’Ospedale di Faenza”, interessante come documento storico (riproduce fedelmente l’Ospedale appena costruito) e come buona prova dell’attività autonoma dell’autore, Giovanni Gottardi, a lungo confuso con il suo collaboratore atesino Cristoforo Unterperger.

Come arrivare: La chiesa è annessa all’Ospedale e di norma è sempre aperta, di giorno, per le esigenze dei fedeli. In caso di chiusura ci si può rivolgere all’adiacente Direzione dell’Ospedale. Per l’accesso portarsi all’ospedale seguendo i numerosi cartelli; se si è a piedi dal centro basta seguire sempre Corso Mazzini, in direzione ovest, fin quasi al suo termine.